Une injustice, la suppression des écoles de hameau

- 5 - ottenere conlemporaneamente una reale econom1a di centinaia di migliaia di lire in bilancio, riducendo di un terzo Io stipendio di dette scuole facoltative, precisamente in numero di 350 nella Valle, da affidarsi a persone del luogo non abilitate ed in conoscenza del francese e del linguaggio locale. Queste maestre sono, corne per il passato le sole c&paci di adattarsi aile condizioni eccezionali di quelle sedi disagiate ed incompatibili con - il tenore di vita richiesto da maestre estranee o provenienti dalle Scuole Normali, per cui, secondo le parole stesse del citato disegno di legge « alcuni comuni, di assai difficile soggiorno rimangono privi del maestro, perchè i maestri abilitati, non desiderando insegnare in quelle sedi mon­ tane, appena nominati, abbandonano la sede o per trasferimento o per collocamento in aspet­ tativa . » producendo questo stato di cose « scuole senza maestri per la maggior parte del­ l'anno e scuole con maestri che, ignorando la lingua francese, sono incapaci non solo di i _ nsegnarla, ma anche di comprenderla. » Che infine, con la più profonda amarezza e delusione, i Valdostani che hanno versato sempre cosi generosamente il migliore del loro sangue per la causa nazionale, devono con­ statare che il Governo, corne provvedimento del dopo guerra, infligge loro la soppressione delle piccole scuole dei loro villaggi, sconvolgendo usanze e costumi secolari sotto pretesto di economia che non esiste, rigettando il solo mezzo di radicale riforma alto a conseguirla in centinaia - di migliaia di lire, con l'aggravante di concedere e manlcnere scuole tedesche nell'Alto Adige e fondare con spese rilevanti scuole di arabo in Tripolitania a favore di po­ polazioni ieri ancora nemiche dichiarate d'Italia. Per tutti questi motivi, eq essend'o vane ed inutili per incompetenza le proposte di tem­ peramenti e di riforma che emanassero da! Consiglio, secondo le esplicite dichiarazioni degli stessi illustri ed egregi Colleghi, che mi vollero fare cosi premurose ed immeritate istanze per il ritiro delle mie dimissioni di cui io li ringrazio con profonda riconoscenza, non po­ tendo cosi, _ mio malgrado, cooperare, sia pure con la sola presenza e indirettamente, ad uno stato di cose che la mia , coscienza riprova, debbo confermare le mie dimissioni verbali, pregando la S. V. di volerne prender atto e di credermi col massimo ossequio della S. V. IIl.013 dev.mo Dott. A. RÉAN. Maintenant �e lecteur verra bien vile cotnmenl, - par sa dialet;tique serrée el inattaqua­ ble, l'auteur de ces pages a su répondre victorieusement à toutes les vaines objections, plus ou moins intéressées, que le plus misérable esprit de parti a osé soulever, même parmi nous, pour tenter d'excuser et de justifier l'impardonnable _ méfait. A. R.

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