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. . .a Bo<lr·ez

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nem ica e

fatto

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stante cadav·ere.

Con mio

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fon

d

o

dolore debbo confes

·are

che

ove

cadde, non

fu

a ssol u t <Lmente

po

s

s

i

b

i le

raccoglierne

le

spo­

glie

. . . )) (dalh1 l

e

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del

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B::1i

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e

Don Giii­

seppe

Lanfranco) .

« .

.

.

Con l ' una pri:rna, poi con l'altra

mano

afferrò

il fante

la nemica :Sponda

e qua.udo entrambe

al

suol

caddero mozze

la attanagliò

coi

denti

e

la

ma.ntenne

» .

(Scritta che trovasi in una muzza colonna a Mon te di !'la-va).

Al

p

i

n

o SECONDI lVIAURlZ IO,

n.

2�843

/

67 cli

m

a

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i

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. ,

di genitori

ig

n

o

t

i,

nato a

S.

Vincent (Ouignon)

il

2

7

febbraio 1892.

Chiamato alle

armi

per servizio di

leva

1'8

:settembre

1912

è

a

ss

e

gna

to

<Ll

Haitt. Aos

·

ta. .

Parte e

va

i n Tripol itania

ed

in

C

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a i n .dicembre 1 912, da

dove

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i

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a

po

i nove

me.si

dopo

pe1·

malattia.

l<"u richiaill1ato per

mobilitazione nel

maiggio 1915

e

gi unge in territorio di

combattimento

il

2l'.i

maggio 1915.

In

data

30

gi ugno 191 7, p

a

ssa

::1il

3° A

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col mL

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Courma,yeur,

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e, quando

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l

29

novembre

19 1 7

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lVI

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fen

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(est

del

ba­

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ar

do

del G1

..

ppa) mnore per

le ferite

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a

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e

combattendo.

Colà a

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o

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a il

n

emi

o

o

attaccava a fondo ·peranclo di poter giun­

g

e

re

p

r

e

s

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o

alla

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i

a

n u r

a

col l o scardinamento del sistema <lifensi vo

del Grappa.

Il

destino g l

i

fu

o

s

ti

l

e fin dalla nascita .

Conobbe il limbo d i

una

in

fa

n

z i

a solitari<L ed <t buandonata .

Conobbe i

t

o

rm

e

n

t

i del deserto africano .

U

o

n

o

b

b

e

i

g

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l

i dei l ucent i

c.:

i,

m

pi

di neve

sull<L

giogaia

a

l

p

i

na

;

i n ogni

J

uogo

t rovò l'agguato

ed

il

ferro nemico. Forse

le s ue l icenze e1·ano a ride

e

se11za sorris i .

Oppure, forse, I dd io

misericordi oso gli

c

o

nc

e

s

s

e

b

grazia, la gi oia

dell'amore di

una fanci u l la '!

A

l

l

a

qu<Lle mandare

qu e l la

cartol ina

in

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a

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h

igi

a che

a t utti indistintamente

il

g

o

ve

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n

o

passava ? .

.

.

Forse lei,

un ica luce nella sua

v

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a

,

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e

1

·

à, aucorn

oggidì nel

·e

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eto p

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fon

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o

de l

suo c uore

per l 'a lp i no

sol itari o '!. . .

Eppur, anche senz<L

fa

m

i

g

l

i

a ,

servì l a Patria . For:-;e s i

attac�ò

ma

g

g

i

o

r

m

e

n

t

e

ad Essa amando la grande fa migl i a

grigio

Y

e

r

d

e

!

Forse

tutte

le generose

F

i

g

l ie

d'Ita l ia

·ono oggi sue

sor

el

l

e.

Ma per il fratello

che

n iu no

ha

per deporgli sulla

sua tomba

il

fiore mis

t

io

o

,

p

r

e

g

h

i

am

o

110i ,

vecchi

com

b

a

t

ten

t

i

: I n

ginocch io !

-

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