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dalla n

a

zio

n

e

Jo statista che

riorg

an

izz

a

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fo

Stato colla s

ua

p

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s

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se

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te

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e

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li

t

ù

l atina ·? . . . oppure

.

perchè genio

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,

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zza

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n seni;;o nta

1

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n

o strettamente a

ffi

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ca.ti

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.

. . O forse

anche

perch è i l

P

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1

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pe

sa

il

rn

l

o

re

della spa d a ,

pPrchè sa.

g

e

t

t

a

r

e

ma­

µ;1J an irnamente

e

a

rdi

t

a

me

n

t

e

sulla bilancia , all'ora del rischio,

del p

e

ri

co

l

o

,

l

a

.

s

p

a d

a e la

Corona "?

.

.

.

l'el'elu>

son Principi che se si

inginocch i:u10

.

1un

i l

11

1

P

i

1t

e

all'altare son pur

Pr

i

n

cip

i sopratutto

s u l campo cli

b

a

t

t

a

gl

i

a

! Certo solo con questa dote si i]evano i

po

p

o

l i

a

.

incl i peml1•11za e

s

i

conducono

a

l

la

,

grandezza, i

m

p

e

r

i

a

l e !

Ed

i n q 11Psta g1wna i l

nostro

Re, assm1to

il

comando supremo

<li tutte le forze

del

delo,

di terra

e

cli

mare, fu fante fra i fanti,

genera li:-<:�:i11w

fra

i

g1

1

1

er

a

l

i : Ei

conobbe

q uotidianamente

fa

vita

nelle tri 11cee che prrcorreva

instancabile,

1

11

e

n

tr

e

l a

Sua

.

mente

era a ssilla ta (lai

g

r

a

v

i problemi del lo

Stato

Maggiore

e

d

el

l

a

.

vita

de]1la

N

az

i

o

n

e

a l l ' interno del paese. Con ciò, testimonianze (legne

di

fede

c

o

m

p

ro

v

a

n

o che

S.

M.

ogni

solesse i nviare dalla fronte,

a

S.

Maestù

,

la Regina, i

n diretta

c

o

m

un

i

c

azione

telegrafica :

« Tutto l>ene. Nu l l a ùi

nuovo.

A

b

br

a

cci

o

T·e

e

Bi

m

b

i >>

.

E c

o

s

ì

,

con

q uesto,

anche S .

M.

i l

n

o

s

t

r

o

Re era moralmente nella condi­

zi01w de

l

isemplke

so

ild

a

t

o

,

il quale

s

i

teneva

r

a

c

c

o

rdato coi

cari

pr

(

'

(

l

i

let

t

i del

cuorp col la

modesta

cartolina in

franchigia : Tutti,

da

S. M.

il Re al fante, erano

orbi

clel l n

g'ioia e della te

n

e

r

ezz

a

nella

i n timi tù,

del la famiglia : tutti

protesi

e

u

ni

t

i in un sol b

l

oc

c

o

di

a

n

i

m

e

e

(li

corpi per la salvezza. della Patria.

E

q

ua

.

n

d

o

noi soldati abbiamo avuto

la

gioia di veder passare

S.

M

a

es

t

à

i l

Re

l nng-o

im

c

am

m

i

n

a

m

ent

o

,

od

ima erta mulattiera,

colle

f

a

s

c

e

stila(',ciate,

i l

volto

rugoso

impetrato dal paterno do­

lore.

col l ' i n t uito delle anime diritte e

semplici ne comprendemmo

t

ut

ta

la

.

gr

a

n

d

P

z

z

a

Yestita in semplicità di grigio v

e

r

d

e

: tale era

più grande di

q

u

e

l

l

a

distanza impennacchiata con pi

u

m

a

ggi svo­

lazzanti, sfavillanti di ori e argenti dell e grand i riviste, perchè l a

Sua semplicità

francescana infondeva al

combattente

una forza

mistica per t utto sopportare,

tutto

a

ff

ro

n

t

a

r

e

, facendogli com­

prendere come nel l a guerra fossero

i

m

peg

n

a

t

i

seriamente la vita

ed i destini

del lo

Stato, {]ell a

Famiglia, della

Pat

r

i

a

e forse

a

n

c

h

e

della ra zza .

Il r

ecl

u

t

a

m

e

n

to

a

,

·

e

v

a

l>asi

prestabiilite per la assegnazione

ai

c

o

rp

i

a seconda

.

delle attitudini fisiche ed ambientali degli indi­

vi

du

i

,

ed a seconda delle necessità

o

rg

a

n

i

ch

e

e

di

ubicazione dei

centri di mobilitazione dei Corpi. Cosicchè dei nostri, gli asse­

gn

a

t

i

agli

Alpini erano

arruolati

a l

Battaglione

Aosta)

a11

suo

figlio il

Cervino)

ed al b

a

tt

a

glio

n

e

dei duri

non n i)

il

Vab Ba,ltea.

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